Serra La Limpida
Meravigliosi panorami sull'isola di Dino, San Nicola Arcella fino a Capo Palinuro
Da un po' di tempo io e Luciano, volevamo esplorare le montagne del gruppo del Ciagola. Sono monti che si elevano a quote abbastanza basse, fino ad un massimo di 1464 metri (Monte Ciagola) ma che per la posizione a ridosso del mare possono offrire paesaggi spettacolari.
La nostra scelta di oggi ricade su Serra la Limpida. Si tratta di una cima decisamente bassa, soli 1119mt ma che ha una posizione centrale, sia rispetto al golfo di Policastro, sia rispetto ai monti dell'Orsomarso, ci aspettiamo dunque grandi panorami.
Si lascia la macchina nei pressi del cimitero di Santa Domenica di Talao, da qui si imbocca un sentierino in direzione Schiena di Conca. Qui i segni di antropizzazione sono evidenti. Si passa attraverso una serie di vecchi ovili, ricoveri di pastori, piccoli muretti. In questa zona i segni della presenza dell'uomo sono evidenti, e sono anche la testimonianza di una civiltà contadina e pastorizia che nel nostro profondo sud Calabrese è ancora ben presente e radicata a tradizioni millenaria.
Risaliamo dunque il crinalino che ci porterà alla prima delle due cime di Serra la Limpida. Qui il cammino si fa estremamente divertente, soprattutto per la presenza di tantissime pietraie da cui emergono rocce dalle forme più che strane. In lontananza invece si osserva il Monte Ciagola, più lonata tutta la catena del massiccio del Pollino da Serra del Prete a Serra Dolcedorme. Dietro le nostre spalle le montagne dell'Orsomarso. Ovviamente alla nostra sinistra il mare! con l'isola di Dino, il golfo di Policastro, in lontananza il Monte Bulgheria, il Cervati ed il Gelbison.
Superata la prima anticima ci dirigiamo alla cima vera e propria. Nonostante i pendii siano delicati, le salite mai ripide, ed i passaggi sempre comodi, non si tratta di un'escursione banale. Il caldo fa la sua parte, ed i continui saliscendi richiedono un minimo di allenamento. Soprattutto il terreno sotto i nostri piedi è sempre insidioso, poiché ricco di pietre. Dunque se pure il paesaggio è maestoso, è necessario spesso guardare a terra, poiché posizionare male i piedi su qualche pietra insidiosa metterebbe a dura prova le caviglie.
Giungiamo infine sulla vetta vera e propria e ci godiamo il paesaggio. Qui in particolare il nostro occhio si poggia su una cima abbastanza vicina, di cui non conosciamo il nome ma che sembra avere una posizione molto interessante e ci riproponiamo di visitare in un secondo momento. Scopriremo più avanti che si tratta di Cozzo Petrara, una cima che visiteremo qualche settimana dopo.
Per il rientro scegliamo di non seguire direttamente il filo di cresta, ma restare molto più bassi sempre lato mare. Si rivela una scelta giusta. Lungo i sentierini ricavati dai pastori, l'isola di Dino sembra essere a portata di mano e la discesa sembra condurre direttamente a mare.
In breve dunque rientriamo alle macchine, e ci godiamo l'accoglienza del paesino di Santa Domenica di Talao, antico borgo di un migliaio di anime, tutto da visitare.